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PROFILO

Rolando Mascarin

 

Pittore/scultore. Pordenonese di nascita, 1945, triestino di educazione e cultura. Diplomato al Magistero dell’Istituto Statale d’arte di Trieste sotto la guida di Predonzani, giovanissimo si propone con i suoi primi lavori nelle rassegne regionali.

Dopo gli esordi informali presenta le sue impronte grafiche nella sua prima mostra personale del 1965 alla Galleria comunale d’arte di Trieste, cui segue quella del ’66 alla Galleria Alcione, nella stessa città, con gli assemblages.

Aderisce, con Calligaris, Caruzzi, Stacul e Zorzenon al Gruppo Giovani Artisti Giuliani, poi disciolto.

Nel 1966 allestisce la vasta personale alla Galleria Piran a Pirano, in Jugoslavia (ora Slovenia).

Nel 1967 e 1972 ancora due mostre personali alla Galleria comunale d’arte di Trieste, intervallate da quella organizzata al Tribbio.

Partecipa a mostre di gruppo in Italia, Francia, Spagna, Germania e Slovenia.

Sue opere si trovano presso collezioni private in Italia, Austria e Slovenia.

Da anni, “complice” la professione (è stato art director alla Stock di Trieste, alla GFP di Pordenone e alla Tonon di Udine) ha diradato la sua attività espositiva.

La sua rentrée a dicembre 2015 con la mostra personale alla Lux Art Gallery di Trieste.

Selezionato al 10° Premio Arte Laguna fra i 120 artisti internazionali, negli spazi dell'Arsenale di Venezia.

 

Partecipazioni

 

Biennali Stella Matutina Gorizia 1964-66-68 / Mostra itinerante Otto artisti triestini / Collettive Gruppo GAG / Premio Pendini Padova 1965 / Avanguardia triestina al Centro Friulano Arti Plastiche Udine 1965 / Collettive di Palazzo Costanzi Trieste 1965-67 e, nella stessa sede, con Arte Viva1967 / Dimension ’68 Toulouse, Francia e Udine 1968 / Rassegna al Palazzo delle Esposizioni Roma 1968 / Incontri Muggesani Muggia 1968 / Seconda Triennale del Friuli Venezia Giulia Gradisca d’Is. 1968 / Premio Duino 1968 / Premio internazionale Piran, Jugoslavia 1968-70-71 / Internationales Jugenfestspieltreffen Bayreuth, Germania 1969 / Dimension ’70 al Goethe Institute di Trieste e Pirano, Jugoslavia 1970 / Biennale del Friuli Venezia Giulia 1972.

 

ArtHamptons Fair 2015, 2-5 luglio 2015, presentato da Counterpoint Contemporary Fine Art di New York.

Art SouthHamptons Fair 2015, 9-12 luglio 2015, presentato da Counterpoint Contemporary Fine Art di New York.

 

Premi e riconoscimenti

 

Tra gli altri: mostre giovanili ed ex-tempore regionali dal 1962 al ’68.

Secondo ex aequo per il bianconero al Premio Aquileia 1964. Biennale San Floriano, Gorizia 1964.

Primo premio Giovani della Regione ANVGD 1965 e secondo nel 1966.

Primo premio Città di Còrmons / Gorizia 1965. Biennale Giovani Stella Matutina 1966-68.

Primo premio ex aequo al Premio internazionale Piran, Jugoslavia 1969.

Terzo premio Incontri Muggesani 1968 e Premio Duino 1968. Secondo premio Città di Monfalcone 1968. Premio La Bora, Trieste 1970.

 

Programmi

 

Mostra personale alla Sala comunale d'Arte di Trieste, piazza dell'Unità d'Italia, dal 27 maggio al 12 giugno 2016.

Mostre personali a Ca' Zanardi di Venezia, Sala comunale d'arte di Trieste, Spazi espositivi della Provincia a Pordenone. Date da definire.

 

Rolando Mascarin ovvero la cultura dell'oggetto, di Maria Campitelli

 

Chiaramente Rolando Mascarin si riallaccia ad un momento dell'arte contemporanea che si è identificato nel recupero di oggetti della quotidianità, accantonati, consumati dall'uso e dagli sguardi, impiegandoli nella pratica dell’assemblage con cui si compone un nuovo linguaggio estetico che si avvale del "già fatto", del "ready made". Sia pure ricucendo questo "già pronto" con altri interventi, in primis quello pittorico [...]

 

Alcuni dei punti di riferimento per Mascarin sono Louise Nevelson e Lucio Del Pezzo, rappresentativi, assieme ad altri, della concezione artistica che si estrinseca, con diverse modalità, nella pratica dell'assemblaggio [...]

 

Inoltre sul versante dada, punto d’origine - come detto - del percorso “fuori norma” di Rolando Mascarin, non possiamo dimenticare Kurt Schwitters, primo costruttore di assemblaggi oltremodo invasivi, i celebri Merz-Bau, e soprattutto nella più tarda accezione denominata “new dada”, Robert Rauschenberg [...]

 

Se a questi nomi può essere ricollegato, tuttavia Mascarin elabora un suo proprio linguaggio che, ovviamente, cresce e matura nel tempo, inglobando di volta in volta esperienze ed obiettivi diversi. Se certi lavori esibiscono in prevalenza elementi metallici specie alluminio, lamiere accartocciate, strutture complete [...] in altri casi la componente "pittura" fa la sua comparsa attraverso l'utilizzo di smalti [...]

 

Cioè Mascarin è pittore: il senso del colore è vivo e l'urgenza di immetterlo, come legante, negli assemblaggi, anche se in dosi molto rastremate, risponde a una necessità espressiva dilatata che ricerca di continuo equilibri e compensazioni [...] Perché al fondo della cultura e dell'esigenza espressiva di Mascarin sta una concezione classica dell'arte, nonostante le apparenze eterodosse, conseguente all'educazione rigorosa ricevuta all'Istituto Statale d'Arte di Trieste, di cui lui ha frequentato il quinquennio [...]

 

In Mascarin dunque coesistono ineccepibile rigore formale nella costruzione di un assemblaggio e, nello stesso tempo, disinvolta libertà nella scelta dei materiali per creare un lavoro, all'apparenza ben distante dal concetto d'arte storicamente acquisito, tra cavi arricciati, materiale elettronico, lamiere stropicciate, pantoni da campionario. Ma anche lacerti di mobili antichi [...]

 

Le svariate presenze nelle opere di Mascarin ci riconducono ad ambienti sia interni che esterni, cioè sia domestici che urbani, inglobando nel secondo caso pezzi di segnaletica stradale o di cantieri edili. La quotidianità è assorbita a 360°, viene inseguita la complessa realtà che ci circonda dentro e fuori casa, registrando regole e limiti, in una commistione spesso ironica e provocatoria.

Perchè gli assemblaggi di Mascarin si colorano di risvolti multipli: assorbono ironia, mimesi, presa di coscienza del nostro mondo caotico, contradditorio e freneticamente accelerato, riciclo ed invenzione di una nuova realtà con la trasformazione di oggetti cui viene negata la funzione originaria per assumerne una nuova nell'ambito dell'arte [...]

 

 Non è certo una demolizione della cultura su ci poggia la nostra civiltà ( e ben compenetrata, mutatis mutandis, nell'artista stesso, come si è detto) ma un divertissement, un gioco anche nell'uso dei materiali [...]

 

Né mancano inserti tecnologici: l’assemblaggio si aggiorna rispetto a quelli di cento anni fa [...]

 

I lavori dunque, nella loro varietà, sottendono tante cose: non è solo l'abilità di "assemblare", di unire e far convivere le cose più disparate costruendo una nuova sintassi in cui l'opera si definisce, ma l'intento e la capacità di renderle testimonianze di personali letture del mondo,di giudizi e riflessioni su come vanno le cose nella frenesia di un vivere sempre più dissociato dove sembrano smarriti gli obiettivi.

 

 

 

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